lunedì 30 luglio 2012

All'arrivo

Alla fine di una corsa hanno il volto arrossato, il sudore che appiccica i capelli al casco, sbuffi neri intorno alla bocca. Hanno segni di grasso sui polpacci, a volte sulle cosce strisce di sangue sporche di erba e asfalto e i pantaloncini strappati. Non riescono a parlare, manca loro il fiato, si attaccano alle borracce come fossero seni e chiudono gli occhi.
Stanno imparando a vincere un po' della fatica di vivere.




giovedì 26 luglio 2012

Sotto il palco dei Simple Minds

Mi è già capitato di dire in altre occasioni di come io mi perda sempre o quasi il clou degli eventi importanti organizzati a Modena.
Beh stasera in Piazza Grande c'è un incredibile concerto dei Simple Minds. Mica bruscolini. E io non ci sarò.
Però stamattina, così, per respirare un po' di atmosfera di quelle di cui mi nutrivo da adolescente, sono andata a fare un giretto dalle parti del palco mentre lo allestivano.










lunedì 23 luglio 2012

Fermoimmagine sul terremoto

San Matteo della Decima fa parte del comune di San Giovanni in Persiceto ed è in provincia di Bologna.
Quando si parla di terremoto emiliano si parla molto di Modena, poco di Ferrara, per nulla di Mantova Rovigo e Bologna.
Certo a San Matteo si respira molta aria modenese e ferrarese per via della sua collocazione geografica, comunque sia domenica pomeriggio ci siamo ritrovati lì in occasione di una gara ciclistica per esordienti, la categoria a cui appartiene mio figlio. La macchina fotografica era in ogni caso d'obbligo perciò non ero impreparata ad affrontare le scene che mi si sono presentate.
L'impressione è stata quella di un paese rientrato dalla fase di emergenza, che ha ripreso ampiamente le sue attività - compresa appunto l'organizzazione di una gara ciclistica da parte della società locale - anche dovendo "risolvere" alcune situazioni. Non mancano perciò i negozi trasferiti anche solo momentaneamente e gli onnipresenti nastri bianchi e rossi a volte giusto penzoloni a ricordo di ciò che è stato.
Le case inagibili non sembrano essere tante e sono tra quelle più vecchie.
Lo sguardo si sofferma però su un paio di situazioni ferme a due mesi fa. La chiesa, ancora transennata, svela a lato, nascosta tra gli alberi, l'enorme tenda che supplisce alle sue funzioni.
E alle spalle della strada su cui corrono i ciclisti fanno all'improvviso la loro comparsa le tende allestite nel campo da calcio. Da subito paiono deserte e in effetti i cartelli che annunciano la chiusura del campo portano la data del 23 giugno. Ma nessuno le ha ancora smantellate.












lunedì 16 luglio 2012

A veder passare la banda

Virginia ed io ci siamo divertite come matte, ormai ce lo ripetiamo da due giorni. Da quando le Bande militari partecipanti al Festival internazionale di Modena hanno sfilato per il centro della città.
E noi due eravamo lì a rincorrerle non appena sentivamo le note di una che si apprestava ad entrare in Piazza Grande. Ci infilavamo sotto il portico di Corso Duomo per essere davanti ai primi musicisti, per non per non perderci nessuno di loro, dei loro strumenti, dei loro volti, delle loro espressioni, dei loro abiti colorati.
Poi dietro, ancora di corsa, ad accompagnarli a prendere posto sui ciottoli, dove i cavalli non erano molto a loro agio. I cavalli dei Carabinieri sono piaciuti molto a Virginia e per compiacerla a loro ho riservato una miriade di scatti.
In alternativa ho scrutato da vicino le facce dei poveri inglesi, grondanti sudore sotto le loro divise impossibili - quelli dal look fantastico, ha detto Virginia - tanto che ho temuto di vederne qualcuno svenire.
Impassibili strumentisti, bionde sbandieratrici, ma anche soldatesse tedesche dal sorriso un po' imbarazzato. Compiacente invece colui che dei Carabinieri sembrava il capo - ma non saprei proprio dirne il grado.
Effetto ninja per le malesiane, solo dopo ho realizzato che quello era il velo musulmano. 
Tutti i membri del gruppo malesiano avevano il nome cucito sulla divisa: Harlina, Redza, Mohd Noor, Aminuddin. Non solo facce, persone.







sabato 14 luglio 2012

Convivenze


Curioso come davanti ad un prato di erba e fiori, multicolore e appena mosso dal vento, si possano fare di queste riflessioni.
Ci sono fiori di ogni tipo, raccolti a gruppi, qualcuno solitario, altri mischiati tra loro. Con l'erba e i sassi e una miriade di insetti. 
Osservi l'armonia di tutto ciò e ti chiedi perché noi non siamo capaci di fare altrettanto.











venerdì 13 luglio 2012

Reinventarsi


Di necessità virtù, aguzzare l'ingegno, modi di dire da definizioni di cruciverba che ben si adattano alla popolazione della bassa modenese. Ce lo avevano promesso, a ridosso del terremoto - anzi, dei terremoti - che si sarebbero rialzati forti almeno quanto prima e sicuramente più edotti dall'esperienza. Noi semiterremotati della città non avevamo dubbi,  in fondo ci si conosce bene.
E tutti quei cartelli e quelle lenzuola appese alle recinzioni che rendevano le zone rosse luoghi di pellegrinaggio e speranza, ora si trasformano in locandine pubblicitarie di negozi, artigiani, professionisti e piccole imprese: ci siamo ancora, ci siamo sempre, ci siamo solo spostati, nell'altra strada o nel paese vicino. Veniteci a trovare, telefonateci. Ci si reinventa ma non è per sopravvivere, è perché siamo fatti così.
Le tende sono ancora tante in giro per San Felice e Camposanto. Oltre ai campi allestiti dalla Protezione Civile ci sono quelle a lato delle case, sono vuote e forse occupate solo di notte. Indicano che la paura non è ancora passata, non tutta.
Per le strade il fermento è quello della normalità. Viavai di pedoni, biciclette, automobili. Per chiedere informazioni ci imbattiamo quasi solo in stranieri, hanno lo sguardo un po' perso, loro devono sempre ricominciare daccapo che sia qui o altrove.
Operai al lavoro in mezzo alle transenne e su un campanile, il sorriso della gelataia è gentile e fiero mentre i nastri bianchi e rossi si confondono ai fiori dei vasi e si lasciano trasportare dal vento.
Ad un signore chiediamo se la strada per la Coop è quella giusta, "però è chiusa" si stupisce lui. Ci abbiamo solo parcheggiato la macchina vicino, sorridiamo. Anche la Coop riaprirà, noi lo sappiamo.


giovedì 5 luglio 2012

La via dell'olio

Può capitare di volersi perdere per alcune strade, che poi assomigliano a tante strade dell'infanzia, alla ricerca dei paesaggi mai dimenticati, dei colori luminosi della campagna pugliese, dell'odore di liquirizia - io lo chiamo così - della macchia. E dell'olio.
Sì perché eravamo alla ricerca di qualcosa di speciale, una masseria qualunque immersa negli ulivi e che vendesse olio. Olio, intensamente giallo o verde, forte senza bruciare in gola, profumato fino a stordire.
Allora può capitare ancora di fermarsi a chiedere informazioni ad un uomo davanti ad una masseria - abbandonata, dice lui, ma io sento provenire dall'interno gli schiamazzi di un bambino e i rimbrotti di sua madre, perché le mamme e i figli sono uguali in tutto il mondo. Succede, insomma che dopo pochi convenevoli e qualche scatto intorno, l'uomo ci proponga di seguirlo fino ad un posto che conosce lui dove le olive, ci garantisce, le spremono come una volta.
E così ci ritroviamo a seguire la sua auto per strade e stradine là intorno fino ad arrivare ad una casa, piuttosto moderna ma con stalla adiacente, mucche comprese. Perché fa anche il formaggio, ci dice il nostro nuovo amico. Pe', come lo chiama sua moglie - donna chiara di pelle e di occhi e dolce nel sorriso - era pronto ad andare via, in paese ci dice, ma per noi si ferma. Recupera due damigiane e comincia a riempirle di oro. Cioé di olio. E poi ci mostra la sua caciotta, buona da grattugiare a settembre. Non sarebbe arrivata a settembre, gli dico. E poi tante chiacchiere e quelle solite - tuo padre chi è e mia figlia è fidanzata con il nipote di Beppe o' baffone. Sono sicura di ricordarlo, questo personaggio.
Infine un prezioso regalo: la caciottina fresca fresca, fatta al mattino, ancora calda. Quando l'abbiamo mangiata, tutta, sapeva di panna montata e della gentilezza e freschezza della gente della mia terra.








mercoledì 4 luglio 2012

Antico come il sud

Le mie rughe sono come i tronchi degli ulivi, attorcigliate alle loro radici,
profonde come ogni secolo passato.
La mia pelle si sfalda come la loro corteccia che arricchisce la terra. 
La terra rossa e pietrosa.
Le lacrime sono come le foglie, sempre verdi
sempre vive.
Il sud ha un cuore antico,
antico come me.